mi stavi accanto
senza ch’io
ti percepissi
forse eri nell’aria
nel vento
nel vortico
serico e perituro
dell’iride
di metà estate.
ad un tratto
dai miei occhi
scesero stille
dense
irrazionali
ininterrotte
e il cielo mi attraversò.
presunsi
che la sovranità
del tuo volto
non l’ebbi mai davvero
decantata
se non in uno squarcio
utopico e surreale.
( le lune indietreggiano sugli scheletri visivi d’una crisalide perenne )