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Pubblicata il 11/05/2023
Ti perdono perché hai smesso di amarmi
tradendo il nostro patto
mentre io
dimentica di tutto
ti tradivo
perdendo me stessa.

quanto tempo poi a cercarmi
ed oggi che al cospetto di me stessa
c'è qualcuno che mi rassomiglia
mi volto
gioiosa
a cercarti.

hai il volto sbiadito,
i contorni deformi
fedeli cavalieri d'un tempo lontanissimo che da te mi separa.

vano è il pensiero della forza d'un amore
in verità fragile
lo carezzo
facciata d'affreschi e motivi felici
figlia d'un progetto andato a male
è oramai impalcatura
dal vento e dall'acque erosa
è fragile
e al tocco si sgretola
lasciando spazio al novizio tempo
vispo e attento
come creatura nascente
che incontra la mia resa.

duro è il confronto
ma sì necessario
è polvere tra le mani
e mentre il futuro ha gli occhi di un bambino
il mio volto rugoso
i cui solchi profondi mi ricordano che anche il dolore
ha una sua forma
è passato palpabile.

imparerò ad abitare il mondo senza te.

l'anatomico cedere di ginocchia
la cui terra promessa
è venuta meno
come farò?

mi toccherà d'imparare a volare.

ché il ripiegamento di questo cuore su di sé
non faccia nascere niente
non è mica certezza.

andrò
e andante
mi godrò il divenire altro
dei tuoi già sbiaditi contorni
la naturalità del tutto
e forse sarà spazio tutt'intorno
quando al mio cospetto
ci sarò io
e io soltanto.

fuor dello sgomento
è solo libertà.
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