prendiamoci un po’ di tempo
soltanto io e te
noi due investiremo pensieri e sentimenti
in oggetti e soggetti senza domandarci chi ci guida e dove
lasciati scivolare tra le dita
senza fretta alla luce del sole
fallo in silenzio come quando tu eri l’altra faccia della parola
il silenzio più vero che ci sia
è il luogo dove nasce ciò che sto per dire
mentre osservi come stiamo respirando
fermati un attimo in un momento qualsiasi del giorno
vorrei svelarti i cuori di pietra che nascondo mentre corro
nella ferma accelerazione transitoria dei secondi
tu sei lo stato d’animo che continuamente mi spinge avanti
tra le persone, ma a volte il loro linguaggio
è così distante che mi rifugio nella difesa della mia casa
e penso a quando non sarai più con me.
sono molto felice di averti avuto come amico, amante
padre e figlio, e se non ti ho posto tante domande è perché
tu hai fatto in modo che la domanda non potesse sorgere
per non turbare il sonno degli indifferenti.
potresti lasciarmi oggi, in questo istante, secondo
lo sviluppo armonico della metamorfosi potrei essere già
aria in un contraddittorio e alterno essere e divenire
ma ciò che m’importa di te, dello spazio e del ribollio del sangue
è che t’interessi della linfa intrisa della mia coscienza, prendi
una goccia così com’è: né plurale né unitaria, una metafora
al centro intemporale della mia temporalità.