Quando si nasce è come precipitare dentro
l'occhio di un ciclone, dove tutto sembra
essere apparentemente calmo, sereno...
di cui non si ha ancora consapevolezza...
attorno cui ruotano velocissime masse
d'aria, violenti venti, pioggie...
capaci di distruggere tutto, come fossero
gigantesche trombe d'aria...
poi man mano che si cresce, se ne prende
consapevolezza, uscendo dal suo centro,
dove il seme nel frattempo è diventato pianta,
trovandosi intrappolati nella sua vorticosa furia...
e si diventa mani che cercano un appiglio, un
qualsiasi senso, rifugio...
dove anche l'albero più grande non è che un
piccolo fuscello.
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