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Pubblicata il 27/04/2023
molleggiando le membra come un mollusco del Mar di Marmara, mi meravigliai molto quando mi mostrarono le malefatte di un malmostoso mentecatto messicano amante della macarena, che aveva messo in cinta nel mese di maggio
una ex monaca di nome Monica che abitava a Monza al numero mille, in un magazzino di marmitte per motociclette in miniatura.
mio malgrado, mi misi in aspettativa millantando una mia morbosa mania per il latte appena munto da manze massaggiate con una mousse di maggiorana e miglio al suono di monotoni mantra tibetani e melense melodie alla Mario Merola!
mannaggia a me!
questa cosa mi procurò una sorta di metempsicosi tanto che sognai di reincarnarmi in un mastodontico mammut del mesozoico affetto da mononucleosi e da un marcato meteorismo che aveva provocato una massiccia deforestazione dei boschi di magnolia e di mandorlo nonché mutazioni genetiche nei maschi di marmotta di montagna e nei mufloni maculati della Marmolada.
meno male che mi ridestai da questo incubo e, per mutare in meglio la mattinata mi mangiai una mostruosa colazione a base di marmellata di marroni della Manciuria, mais transgenico del Maryland e un mix multivitaminico di manioca, mirtilli e miglio coltivati sulle sponde del Mar Morto da una congrega di massoni associati ad un gruppo di mormoni che avevano riscoperto un miscuglio miracoloso per i dolori ai malleoli a base di mandragola e lampascioni di Manduria secondo un'antica ricetta dei Merovingi.
maremma maiala!
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