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Pubblicata il 21/04/2023
ciao!

sono al mare e dopo la fase 2 tutto andrà bene.

inizio a organizzarmi fin da adesso:
tiro giù le valigie dall'armadio ad ante spalancate:
ok, vediamo quante cose riesco ad infilarci.

faremo in modo che il prossimo anno ci si possa abbracciare
in questo luogo che profuma di alghe e tamerici,
ma oggi, come Draghi, imploro: resta a casa!
piuttosto leggi e scrivimi se puoi, altrimenti
affacciati sul terrazzino e mettiti a cantare
per sconfiggere questa paura che sembra venire da un altrove

io ti aspetto ogni momento in questa casa, osservo
il volo degli uccellini sulla corda con i panni stesi
e penso al momento in cui potrai tornare
fare un calco sulla sabbia bagnata e dare forma
all'abbraccio di una madre, al primo passo
felice come un’estate di risate, grigliate e falò

ti sento al telefono e la tua voce è come se scrivessi un diario:
mi dici che l'esercito è una folla, si prega e si lanciano fiori,
le fotografie sono di cento vite in meno, la famiglia
è una scomposizione simile ad un quadro di Picasso; le città
cambiano aspetto, le ambulanze chiedono corporazione,
volontari, medici e vaccini, militari, carabinieri, meno morti.

È un momento difficile, ci sentiamo navi in mezzo alla bufera,
la curva delle mani è uguale nei cinque continenti,
tanti mondi in uno, una città in tante; le regioni si tingono
di colori strani, i frati raccontano storie di malati in carrozzella,
alcuni curati in tempo ce l’hanno fatta e pregano piangendo,
altri non potranno raccontare.

resta a casa, tu, e resisti, perché molti ragazzi hanno perso la testa
(umanamente comprensibile): la forza globale della malattia
si accanisce contro i più vulnerabili, ma non risparmia l’equilibrio
dei giovani e i bambini: a loro si chiede di rimanere a casa, essere
inchiostro per ricordare.
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