Vorrei scrivere e poetare
come Ungaretti e Montale,
fratelli di eterno.
vorrei scrivere anticaglie
e follie rapite dal gelo
e dalla supponenza,
come Sbarbaro
e Dino Campana.
ancora di più
vorrei somigliare a Dante
e Petrarca, tecnici del suono sublime.
vorrei maneggiare piedi, endecasillabi,
settenari
anafore,palisindeti, enjambement
metriche sublimi, cariche di echi profondi.
mi accontento di rudimentali esangui
materie del vissuto barbaro e meschino
e di un cuore di fibre sconnesse
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