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Pubblicata il 01/04/2023
blues pesce di aprile

april fish blues

navigando il fiume delle mia immaginazione ,rimango in attesa di tanti eventi
rimango estasiato nel bel panorama che s’ apre verso altri orizzonti
immobile nella romana effige che si staglia nel cielo celeste.
la mia immaginazione esplode in un canto antico.
sono estasiato ,urlo ancora nel canto secco dello scorso anno.
nel grigiore dei giorni , scivolanti nei meravigliosi suoni,
dispersi in un alito di caldo letame.
sul fiume delle mie parole in estremi tentativi
mi elevo nel vento che passa sopra la mia testa.
e sono morto in un pomeriggio ragionando dell’ammore,
della rivoluzione che avevo in mente .
ho trascorso trent’anni in ospedale pedalando verso una guarigione.
sicuro di cambiare in un utopia che piegasse la mia rabbia
in un blues extraurbano fatto di diversi sali e scendi .
sono arrivato ad un punto morto sulle scale mobile.
sono arrivato dove la primavera soffia il suo alito nel dolce corpo di aprile.
le porte si aprirono e l’ammore risorse ,germogliarono
le mie parole infocando la natura e gli alberi.
i quali mesti brulli , spogli e secchi ripresero vita.
primavera della dolce ucraina
primavera di Praga quanto abbiamo pagato
per essere ancora vivi
per essere noi stessi
soldati assassinati gettati nelle comuni fosse
la speranza alimenta l’esistenza di chi fugge dalla guerra.

dai salici penzolano i corpi dei sognatori
penduli , nudi e lievi nel vento.
una triste nenia ,odo cantare da un soldato ferito .
canta la sua pena , la sua triste storia con un fucile in mano.
dentro un fossato , sopra un camion
dove vengono trasportati mille putridi cadaveri.
mille padri ignudi
mille cadaveri masticati da vermi
involtini di carne secca per iene e sciacalli
sconvolgente grido , odo nella notte fonda
grida : amico mio
grida poiché non sei ancora morto
sei in preda ai tuoi peggiori incubi
balli nel buio dell’anima
nella primavera , sanguinante dei martiri
una striscia di prato sussurra dispersa e fiacca,
un bimbo appare in profilo tenero e mite.
tutto si dischiude nell’apocalisse degli spari ,simili a fuochi d’artificio
meraviglia delle meraviglie avvolgi questo sogno tra tue spire
sotto le betulle, tra i neri cespugli di rovi.
varie figure fuggono nel fumo disciolte.
chiaro verde bosco ,germoglia ed altre terre marciscono
cantano i rospi, strisciano le serpi , fra i giovani steli d'aglio.

ti ho amata rude lavandaia.
ho cercato il tuo sguardo, il tuo viso candito tra le lenzuola
profumate alla mela verde.
ti ho cercata per anni ,per secoli, per giorni , lungo questo fiume di parole
acque fresche , meravigliosamente mi conducono
dove finisce il mare ,dove rinasce la primavera degli ultimi.
dove il mio sognare diventa limpido simile ad un canto
giovanile come tanto tempo fa.
ti ho cercata tra i miei ricordi in quell’idillio di Dio e uomo, di Dio e poesia.
in tanti tentativi di vivere una vita migliore
in tanti tentativi di vivere con te un amore sincero
un amore sereno a sera sotto questo cielo colmo di stelle
con indosso il mio pigiama e la mia pelle
con affianco il mio domani
ho provato a giungere dove la vita mi aveva lasciato da solo
dove la prima primavera mi aveva baciato in fasce
preso per mano in tarda età ,mi aveva aperto la porta dell’ aldilà
in questo sognare di questo amare
solo con tante costanti stelle elettriche
che si fanno piccine ,si fanno singoli battiti del cuore.

ed io ancora vedo il fluire del cielo, l'aureo peso dei secoli
sento nel mio animo tutto la vita desiderata
tutto l’ammore di mille parole scontrose
sento dentro di me là voce dei viecchi , appesi fore alle porte dei loro anni
fore le porte delle case solitarie che si gonfiano al loro respiro
sento l’ammore , viene e va come l’onne dello mare
sento la voce dei giovani correre per strada
sento e me sò scordato tutto quello che ho passato
un pesciolino scodinzola la coda e lambisce le onde del mare
nuota in mezzo ò mare delle mie meraviglie
nuota libero si muove felice verso l’orizzonte
si tuffa e discende gli abissi marini .
percorre le correnti Marine
percorre chisto ammore senza tiempo
senza tiempo , senza scarpe ai piedi
un volto cereo, scorre attraverso il traffico delle auto
nei giardini s’odono le campane a lungo ,
un uccellino trilla come un folle passante
il mondo é matto come un gatto
il mondo è matto come questo gatto
come questo gallo che canta sopra una carcassa di cane
sopra un auto in corsa
il gallo ama fare il gatto ed il cane abbaia contro il vento della rivolta .
si sente arrivare
la guerra , la guerra
gridano tutti impauriti, si chiudono le finestre
alla televisione si presenta il piano di evacuazione
mentre il gatto fa la corte alla gatta della signora del quarto piano
mio signore siamo giunti quasi alla fine
la guerra ,la guerra
il mite grano si gonfia lento e in estasi
le api raccolgono ancora con diligente zelo il miele degli dei
vieni ora amore mio tra le mie braccia, fatti baciare fatti stringere forte
nella capanna di legno cade un tiepido raggio.
il bosco luccica nella sera aspro e scialbo
le gemme crepitano allegre qua e là.

ma come tutto il divenire sembra così malato!
un alito febbrile intorno a uno stagno gira;
gira questa ruota e arrivato aprile e con esso
la primavera fa sbocciare tanti ricordi
tanti sentimenti , tanti sogni a forma di spine di grano
e tra i rami fa cenno uno spirito soave
che apre l'animo a trepida vastità.
un fiorente gettito di note scorre piano piano
ed io nuoto controcorrente
poi scappo a gambe levate lontano dalla guerra in questo blues di disertore.
in questo blues ribelle che bolle dentro di me
dentro queste mie rime primaverili
cerco la mia pace.
gli amanti fioriscono sotto le stelle
e più dolce scorre il loro respiro nella notte.
così dolorosamente buono e vero ,tutto ciò che vive in me, mi fa rinascere
nella speranza in una nuova certezza di poter sopravvivere a tanto male
in verità! Io sarò sempre fra voi.
mentre , proverò a cantare l’ennesimo blues
attraverso la fertile terra degli avi .
attraversa questa strada che conduce alla certezza di essere morti.
di essere salvi in seno a Dio
salvi contro tanto male come un pesce
il primo aprile ,guizzante nel fiume delle meraviglie.
questo è il mio primo blues di primavera.
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Un racconto in una bella e potente prosa poetica intensa, mutevole, come in basse ed alte maree, dove il mare è la guerra, vissuta, cruda e alcune volte come nei volti di uomini feriti, di bimbi, di un amore, toccante. Che non ha bisogno di costruzioni, di chissà quali parole. Ciao Domenico De Ferraro.

il 02/04/2023 alle 11:45