nell’arsura di quella notte
malgrado il tuo iniziale disappunto
decisi di accompagnarti
fin presso la tua umile dimora agreste
c’era una luna a metà
il perpetuo frinire dei grilli
e i cocci del suo bagliore assonnato
sul viottolo
che ci apprestammo a percorrere
appena sfiorai la tua mano
d’impulso te la vidi ritrarre
accorgendomi
di quanto fossi imbarazzata
e timorosa
per nulla ardii importi
l’ebbrezza emotiva del mio sentimento
e questo perché ero consapevole
del tuo rifiuto.
esisteva che una sola ragione
se non mi mostrai
che temperante ai tuoi occhi:
il tuo ventre portava il frutto dell’amore
d’un uomo
perdutosi nei meandri della follia
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