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Pubblicata il 26/03/2023
in quanto mi convinsi
che ad inebriarmi
furono le tue carezze
ritenni non necessario
averne conferma
perscrutandole con gli occhi.

riversavo in uno stato febbrile
già da qualche giorno
e presumendo che fossi tu
a farmi da veglia
non capii
nel mio delirio
del perché lo facessi.

azzardai sovrapporre il tutto
al mio momentaneo
degrado mentale
eppure il tuo tocco materno
alimentava se non pochi dubbi
sulla sua reale tangibilità.

ristabilitomi
raggiunsi il sepolcro
sotto l’acero secolare
sulla collina
e a d’esso mi prostrai sconfitto.

era palese
che ogni cosa dispiegasse
in un’unica direzione:
sapermi vivo e al contempo
distante dall’esserlo.

nel tacito più assoluto
reclinai la parte posteriore del capo
sull’erba
e feci del celeste ammanto
il mio fulcro visivo

tu avvolta dalle turbini del sogno
e dalle mie deleterie illusioni
concedesti la tua solitudine
e la tua menzogna inestricabile
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Davvero avvincente e interessante, caro Mirko. Mi piace il tuo stile. Complimenti, ciao.

il 26/03/2023 alle 21:37

La tua Poesia, tocca, in un cromatismo intenso di immagini, bellissime altezze. Ciao Mirkierito

il 26/03/2023 alle 22:36

Vi ringrazio per questi bellissimi commenti. Il titolo me lo hanno un po’ azzoppato, manca un “ sbiaditi “. Per quanto riguarda il significato dello scritto vorrei solo dire che ho messo in risalto l’onirico e la realtà quotidiana, ma con una buona dose di pazzia. La mente può tramutare ciò che non è più visibile in qualcosa di reale, di tangibile

il 27/03/2023 alle 20:52

Come scrivi bene, mi è piaciuta moltissimo questa poesia.

il 28/03/2023 alle 07:57

Grazie

il 29/03/2023 alle 19:13