Un vecchio cantastorie iniziò a
raccontare la loro storia...
i passanti incuriositi, si fermavano
ad ascoltarla...

" S'incontravano ogni giorno
alla stessa ora, su una panchina
sopra un molo, come fosse una
quieta barca alla deriva...
lei con i suoi capelli attorcigliati
come le sue rughe, i vestiti, per il
freddo, indossati uno sull'altro,
portando con orgoglio quelli che
riteneva i suoi gioielli più preziosi,
belli...
lui con il suo cappotto che non
riusciva a coprirlo tutto, una grande
sciarpa stretta intorno al collo,
teneva la sua borsa logora, stretta
sopra il petto, come se dentro fosse
riposta ogni sua ricchezza...
come si trovassero in un mare,
si lasciavano  trasportare dalla
vita di altra gente, che scorreva
intorno a loro, come nel mare
scorre la corrente...
riscaldati dal sole, che si affacciava
timido tra  nuvole , come  illuminati
da un lontano faro...
stavano seduti vicini, senza dirsi niente,
come sul ghiaccio per ripararsi dal
vento gelido, facevano i  pinguini...
sapendo soltanto di esserci una
per l'altro, sembrava che non avessero
bisogno di null'altro...
quando quella mattina lui non
giunse..."

Il cantastorie si fermò, come se
improvvisamente avesse perso,
di quella storia, il filo, poi riprese.. .

"...vide un gabbiano stranamente
vicino a lei  planare, attirando con
forza la sua attenzione con i suoi
garriti, come in un ultimo saluto...
che lei ricambiò con il movimento
non visto, del palmo della sua
vecchia mano...
sapendo in cuor suo, che presto
avrebbero volato  insieme, liberi 
nel cielo."

E come se quel racconto invece
di finire, continuasse ancora...

" S'incontravano ogni giorno alla
stessa ora, su una panchina sopra un
molo, come fosse una quieta barca
alla deriva...
...lei con i suoi capelli attorcigliati
come le sue rughe...
...lui con il suo cappotto che non
riusciva a coprirlo tutto... "

trasportato dal ricordo del suo 
stesso amore, con la voce rotta
dal suo pianto, proseguiva...

"... in un ultimo saluto... "

non accorgendosi che   ad
ascoltarlo non c'era più
nessuno.