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Pubblicata il 20/03/2023
primavera delle selve
spring of the wild

primavera delle selve ,infinite
divine sere immense che mi trasportano nell’incanto dei canti elleni
sere nate dall’essere poi fatti ed azioni di un tempo passato
selve sognanti, dove lo sguardo si perde nel suo silenzio
selve selvagge nel furente fiorire ,estratto dalla dura pietra
che costituisce lo scibile dell’essere, mistero nel trascendere il dire
per rime.
immagine gonfia nella forma stessa dell’essere se stessi
invocata tre volte vergini dei monti , assisti le giovani madri
nei dolori del parto e togli alla morte, il frutto del male.
dea con tre volti, signora della notte profonda
figura pallida dormente sui i guanciali di fiori colorati
pendula sulle nuvole ,assisti e scendi e vagli con l’andare
per marosi vie trafficate da figure oscure .
ed il fissare la forma dal caos dove nacque una civiltà
assestata di amori giovanili di vite spese a costituire
una forma ed un legame metrico con il mondo circostante
forma metrica , aperta a grandi dialoghi navigando contro corrente
nel canto di chi siede nella sera tra mille selve
selve ,verità di vita spese in amori mai presi per collo
colloqui ed anime migliori di me che scrivo nella sera
nella mia selva urbana
tuo è questo pino che domina la villa:
tuo questo sogno che libra e si sgonfia nell’oscurità
osservare la danza dei mostri
la danza dei fantasmi che s’aggirano intorno a me
si piegano nella effimera mia aspirazione
mista di paure antiche
esplorante lo spazio circostante
osservare i spogli giardini
isole amene ove l’ anime morte
discendono per strade lunari
vagano e s’incontrano
esplodono i limiti della conoscenza
crani colmi di pensieri maturi
strade nere trafficate da tanti migranti
ogni attimo , seguo con stupore
perfino lo scorrere del sangue di un santo
che nasconde tra i denti una propria lingua .
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