non è l’Italia mia quella delle sottane
È quella di mani intorpidite d’acqua di giovani operaie che fra le loro dita non s’avvinghiava filo ma erba incattivita che minacciava il riso
l’Italia mia è di terra: di contadini e cibo, di mandrie e cuori in paglia
dell’abbracciare l’arma per vivere di vita Morire poi di neve per perdere battaglia
l’Italia mia è quella della persona onesta che ancora coglie fiori ai lati della strada
che si commuove al piangere d’un miagolio di bimbo e ne accarezza il capo felino e sfoglia un fiore
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