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Pubblicata il 17/02/2023
Studio
meticolosamente
il perimetro della mia cassa toracica
per meglio comprendere la logica dell'oppressione,
per non trovarmi impreparato
al cospetto del mio aguzzino oppressore,
il dolore.

carponi,
il pavimento gelido
m'affaccio al mio dentro,
estraneo ad una stagione troppo calda
faccia a faccia col mio cuore.

a dividerci è l'urgenza anatomica della protezione.

ci guardiamo
e nella sorpresa del misconoscimento
riconosco le fragilità tue,
ti sottraggo alla possessione
ti restituisco il nome tuo,
mi riprendo il cognome
e nella caotica morsa di una logica contorta
ti sento libero,
immerso nel tuo ritmo inconcusso
sconosciuto alle mie aritmie fantasma,
che pure ti sono aliene.

ti pensavo stanco amico mio,
eppur ti muovi,
ed io respiro
steso,
supino
su questo pavimento gelido
arresomi alle logiche della fisica
dell'anatomia
dell'umano
non mi resta niente,
niente più
se non il battito tuo,
tu.
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Parte altissima (come energia) e poi va a scemare, ma con molta probabilità, questa era l'intenzione.

il 18/02/2023 alle 12:27

voluta, voluta! Grazie per la lettura, per la comprensione; una buona giornata!

il 18/02/2023 alle 17:03