Per una favorevole combinazione di condizione meteorologica, latitudine, stagione e orario, nonché orientamento della casa e disposizione delle stanze, un raggio di sole si insinuava nel bagno dalla finestra, con la giusta incidenza per dirigersi proprio sulla lucida, piana e ridotta estremità frontale del miscelatore della vasca colma di acqua calda. Da lì, infine, si rifletteva assottigliato, illuminando solo quelle uniche volute di vapore acqueo che avviluppandolo anche lo intersecavano e assumendo così ai miei occhi l'affascinante sembianza dell'unicorno del narvalo. Lì per lì rimasi stupito da questa suggestiva visione. Ma poi la inquadrai in un contesto più ampio e realizzai che il fascio di luce puntava dritto al centro dello specchio d'acqua della vasca, sotto il quale ero placidamente sdraiato in totale relax; e ravvisando in esso anche l'aspetto minaccioso di un raggio laser, iniziai a ponderare se non fosse il caso di ritrarre il bacino. Senonché ricordai, da reminiscenze scolastiche, che la sigla laser sta per "Luce Amplificata mediante Stimolata Emissione di Radiazioni"; considerando che alcuni termini dell'acronimo parevano avere una valenza intrigante, titubai un po' sul da farsi; senza però accorgermi che intanto la radiazione in oggetto si stava già discostando per destinare altrove le sue non ancora comprovate, eventuali prerogative. Considerando che il possibile ripetersi di una circostanza così fortunata avrebbe quasi certamente dovuto lasciare la precedenza alla riapparizione della cometa di Halley, ripresi tranquillamente a crogiolarmi nell'acqua fumante.