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Pubblicata il 18/04/2003
Gloria e lode del lunghissimo
tramontare di ogni proposito
nel cielo livido!

È l'ora o l'aura che ci ammorba tutti quanti.
La crocifissione del Sole ci siede davanti
ma (senza l'energia per aprir bocca)
ciò che ciascun vorrebbe chiedere è un emetico

Una tromba triste e sola rintocca
fra le orecchie, come una marcia
marcia

Sia lode e gloria dunque del Tuo nome,
o Sconosciuta!

Il ponto è imperlato da un'increspatura d'ansia
che ne rompe il dorso ondoso
a tratti baluginando;
il ponte della nave del mio ingegno
cigola calpestato
dai passi d'un capitano indegno

In azzurri e rosa innecessariamente deliquescenti
l'ora mistica e tremula inghirlanda 'l cielo
che freme sopra noi pochi come un unico cuore pulsante

Ma fondo e sordo e duro
è del pelago il blu cupo
che uno sguardo non piega

e pure è vasto quanto un'esistenza,
l'istante in cui il giorno di fuoco s'annega
nella speranza che a due a due ci lega

Ponto o ponte, ponte o ponto?

Oh! stare soli, soli, contro al vento
che dalle lontananze si solleva,
come si sta dinanzi alla vita,
oh sentirne il respiro fra i capelli!

Non ha alcun senso ch'io rimanga inerte,
un così bel corpo, ed un sì dolce spirito. Guarda
le mani di costoro come si intrecciano.
Ma tutta
ho già ingoiata la passada folor

e mille giorni ardenti di memorie
sono a un passo dall'esplodermi nel cuor

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