Molto piaciuta nella limpida esposizione e nella profondità del concetto Un caro saluto
Grazie Verdefronda e Grazie Gabry, per la condivisione e apprezzamento. Un caro saluto.
Come sempre ogni cosa in questo mondo è relativa. Rispetto ad un'affollata via di una grande città in un ora di punta, una via di un piccolo centro, può sembrare silenziosa. Anche in un bosco immerso nell'ovattato silenzio della neve, pressoché infiniti sono i gradini della scala che dalla superfice verso il "nulla" sprofondano e se pure ogni movimento attorno a noi dovesse cessare, rimarrebbero pur sempre i suoni e i rumori della vita stessa, che in noi fluisce, i borbottii dei nostri neuroni, i fruscii della doppia elica del nostro dna e le pulsazioni dei bio fotoni al limitare della vita. Perché l'anima dunque dovrebbe cogliere il Silenzio che nel silenzio si cela? Che sia per il fatto d'essere per sua natura il Testimone silenzioso della voce del Tempo? Bella intuizione! Ciao Lucy. Un abbraccio.
Perché semplicemente esiste. Perché l'anima è il testimone silenzioso della voce del Tempo. Perché il silenzio del silenzio...è il silenzio di Dio. Quello che quando sai di aver sbagliato, quando poi non ne capisci poi neppure il motivo, ti scava il cuore, dentro...un dolore che diventa ricerca di quella Voce, ricerca del suo perdono, della sua carezza. Il silenzio del silenzio che diventa bisogno di rinascita, che tocca corde così profonde che solo l'anima può ascoltare. Grazie per il tuo contributo Miraer, un abbraccio.
L'anima che ascolta il silenzio del silenzio...è la più profonda esperienza individuale, altamente soggettiva e quindi può variare nel variare del significato che si dà al silenzio. Il silenzio di Dio, del Tempo, della Morte...
Un'esperienza che attraverso il gioco, sin da piccoli si vive, s'impara ad ascoltare. Un giocattolo è un oggetto, non ha voce, eppure rappresenta l'esperienza di crescita per il bimbo più grande, diventa conoscenza e man mano, consapevolezza.
In questi termini, ciò che può sembrare solo un gioco di parole, ci riporta ai primi giochi che facevamo sin da piccoli, a cui sapevamo dare, al contrario, senza conoscerlo, un valore, un'importanza tale, che se i giocattoli si rompevano o ci venivano tolti, si piangeva come "disperati". E un bimbo è un'anima pura. Non piange perché si è rotto il suo giocattolo, ma ciò che per lui il giocattolo, senza averne piena coscienza, rappresenta.
È il suo primo ascolto...del silenzio del silenzio, silenzio che per lui è semplicemente, apparentemente un giocattolo.
L'anima cresce con noi, insieme a noi. Non la ritroviamo solo nella consapevolezza dell'essere adulti, qualcosa che non muta, non cresce insieme a noi. Si è portarli a considerare l'immutabilità dell'anima, intoccabile e questo ci conduce a prospettive rigide, a un sentire che è o non è, bianco o nero, bello o brutto, cattivo o buono. Mi scuso se mi sono dilungata.
