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Pubblicata il 09/01/2023
Senza che se l'aspettasse, la sua sete di conoscenza lo portò inevitabilmente ad imbattersi nella questione di fondo. Apparve ai suoi occhi come un immenso e profondo incavo di candore. Era una realtà molto insolita, enigmatica, ben diversa da tutto ciò a cui era abituato. Seppure perplesso per la vuota fisicità della conca e anche timoroso di affrontarne il totale, inquietante biancore, decise comunque di calarvisi speranzoso, avendovi forse già intuito la presenza di gocce di verità; che infatti v'erano, ma così sparute che placarono solo minimamente la sua bramosia di sapere. Dopodiché vagò; non tanto per esplorare, perché in prospettiva si trattava pur sempre di una monotona distesa di bianco, ma piuttosto invece per provare a desumere l'eventuale contenuto intrinseco e significato implicito dell'ambiente in cui era capitato; cercando anche di reperire qualcosa di più appagante di quel poco che aveva già ottenuto. Ma in breve si rese conto che in qualsiasi direzione indirizzasse la sua ricerca, oltre un certo punto parevano sorgere insormontabili ostacoli alla ricognizione; e sebbene nessuno dei suoi sensi avvalorasse questa percezione, l'intuito lo portava decisamente verso tale conclusione. Si risolse allora a risalire, ma subito si accorse che i pendii, lungo i quali si era lasciato scivolare agevolmente scendendo, erano invece troppo lisci per inerpicarsi e gli impedivano di lasciare il cratere; vanificando quindi i già pochi benefici conseguiti fin allora laggiù. E prese quindi ad errare angosciato e disperato, maledicendo la sua disgraziata iniziativa di calarsi nella profonda e misteriosa depressione; lasciandosi infine andare, esausto, ad uno sconsolato stato di prostrazione, pressoché abbandonato dai sensi.
In quel frangente, quasi senza che se ne accorgesse, l'intervento di una presenza estranea lo fece sormontare su di un vasto piano mobile, totalmente bianco, predisposto per far sì che quand'anche fosse tornato in sé, non si sarebbe neppure accorto di non essere più appoggiato sul fondo dell'incavo. Sempre la stessa presenza lo coprì per intero sotto una sorta di campana oscurante; serviva ad evitare che potesse scorgere il tragitto inverso, mentre veniva riportato ben più distante dal punto di partenza del suo avventurarsi nell'arcano. Difficilmente avrebbe ritrovato quel luogo così chiaro ma paradossalmente oscuro. Dunque, sia pur delicatamente, era stato volutamente allontanato a sua insaputa dal luogo dell'ignoto. Evidentemente in quell'ambiente non erano gradite intromissioni e neppure che eventuali voci ne parlassero successivamente, perché quando si riprese non realizzò dove si trovava né come vi era giunto e neppure sembrò ricordare cosa gli era capitato; al pari di chi si risveglia da un'ipnosi e necessita di riprendere confidenza con la realtà. È dunque ipotizzabile che la campana oscurante avesse anche la capacità di cancellare in lui ogni traccia di quanto aveva realizzato là sotto, come pure il ricordo stesso di esserci stato. Non è escluso che anche altri prima o dopo di lui abbiano vissuto la medesima esperienza, conclusa presumibilmente con la stessa e inutile perdita di tempo: uscendone a mani vuote, per la privazione di ogni ricordo e riscontro del fatto avvenuto. E riducendo di conseguenza a misera velleità ogni tentativo di indagare il mistero, per via della sistematica e frustrante mancanza di risultati.
Tuttavia l'esperienza vissuta dal nostro cercatore era stata talmente sconcertante che l'impronta derivatane, eludendo parzialmente gli effetti della misura precauzionale di smemorizzazione dell'accaduto, aveva in parte permeato i recessi più profondi della sua psiche;  sicché piccole tracce di quel vissuto permasero in lui, così come, verrebbe da dire, potrebbe anche essergli rimasta la vaga sensazione della presenza di un condizionamento esterno durante lo svolgimento del fatto. Chi in seguito lo incontrava, percepiva in lui un comportamento insolito, un'aria vagamente assente, quasi gioconda; dalla sua espressione traspariva una sorta di appagamento interiore e serenità estatica; e dunque nulla più a che vedere con l'ansia conoscitiva precedente. Però non era in grado di spiegare a nessuno il perché di questo suo nuovo stato d'animo. Quell'esperienza l'aveva cambiato, ed è arduo dire se, ripresentandosi la circostanza, si sarebbe riavventurato in quell'ambiente per tentare di svelarne l'enigma.
Resta però il fatto che non risulta del tutto chiaro come l'accadimento occulto occorsogli sia venuto alla luce per dar vita a questa storia. Così come l'ho appresa, io ve l'ho riferita. Anche se ho come la vaga impressione di essere stato presente allo svolgimento dei fatti.
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CAPOLAVORO ASSOLUTO. IMPECCABILE DIREI. BRAVISSIMO BEN

il 09/01/2023 alle 20:10

Grazie, Morris. Troppo buono. Questo racconto di fantasia trae spunto da una situazione che a chiunque può capitare di avere sotto gli occhi e che io ho condotto a buon fine. Aggiungo solo che non erano coinvolte altre persone, ma...

il 09/01/2023 alle 21:36

Non posso fare a meno di confermare le parole di Sir. Ottimo.

il 10/01/2023 alle 08:26

Grazie, mi fa piacere che questo racconto sia stato per te avVINCENTe.

il 10/01/2023 alle 09:30