PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 01/01/2023
Faccio spazio,
laboriosamente
anche i miei vuoti sono pieni
della fatica, del giudizio che manca all'appello,
al vaglio di tutte le cose mai fatte
è solo la colpa, rendiconto e compagna
dell'indecisione
quanto tempo perso dietro l'intenzione
e mio padre pescatore,
da bambina mi forzava alla pazienza
nell'attesa dell'aggancio,
mi godevo l'impeto della marea,
lui vedeva la calma,
laddove io cercavo tempesta,
e aspettando l'alba,
in modo sacrale
appoggiavo ogni mia vertebra sul duro scheletro del mare
e tutto di lui sentivo, e assorbivo
con la presa forte mi tenevo alla draglia
e il silenzio del motore spento m'agitava dentro,
scoperchiava ogni mia faglia
e sotto v'era l'impeto che,
come dolore sordo
mi concedeva il lusso delle fitte di dolore
in ogni mia parte, pur nel mio cuore
era vita pulsante.

la conservo dentro la marea,
il senso
che la terraferma soggiace
è tutt'uno nel mio passo a due,
audace con la vita.

sono certa e convinta di non ricordare
né il quando, né il ché
del mio soppesare la scelta
del mio divenire coraggio,
ho lasciato la presa e la draglia al suo gelo
restituito al mare il favore del suo sentire,
lo scire, per la beltà dell'ignorare
tutto quanto ho già saputo,
non già nello scrutare,
ma nello stare nudo del tempo,
e adesso, adesso
ho colto beltà di questo assurdo momento:
fuori è freddo, ed è il tempo dello spazio
il mio minuzioso lavorìo è oggetto di baratto
col giudizio ora presente: a lui l'essente fare,
l'insistenza, il giudicare
a me l'andare,
per favore
col vento in faccia
e il ricordo del mare.
  • Attualmente 4.55556/5 meriti.
4,6/5 meriti (9 voti)

Possiede un senso di perfezione poetica nel senso che arrivati alla fine della lettura ci fa pensare: "Non necessita d'altro". Per me è un capolavoro.

il 01/01/2023 alle 19:42

Un testo interessante

il 01/01/2023 alle 22:22

Vincent. Mi sono commossa come poche volte, grazie. e Grazie Sir. Grazie

il 01/01/2023 alle 23:20