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Pubblicata il 21/12/2022
madre,
mutilo son nato
e voi mi pensate intero.

manchevole per essenza,
m’ancorate all’anelito di una completezza
e che ne è di questa vocazione mia,
che è anche sempre nostra?

madre, essenza d’un cordone reciso,
m’avete dato al mondo piccolo
e mi decantate grande,
ma quest’anima non regge
e al vostro capezzale piango, mi dimeno.
perché tanta vergogna nell’essere poco meno,
che nessuno?

nessuno sono,
e felice d’essere del mondo figlio
ma tu m’hai riconosciuto tuo,
e m’agito ogni notte nella stretta d’un amore che va estinto
che brucia dentro,
olocausto di tutti i desideri miei.

madre, guarda tutt’intorno,
tu che dell’indaco sei pure essenza oggi
e misconoscimi come tuo,
riconoscimi come figlio,
ridi
mentre ansimando m’appiglio ad ogni cosa,
maldestro, mi destreggio nell’esistenza nostra
cercandomi un cognome solo mio.

rido, mentre mi scordo pure del mio nome,
e sbaglio, mi aggiusto
mi do completamente all’amore tuo, totalizzante
nelle più assurde notti dell’esistenza mia,
e piangente, me ne vado via,
non più cercando, ma rendendoti il favore.

niente più epigrafi, né nome né cognome,
libero mi muovo nel principio del tuo amore,
non figlio tuo, ma sì d’un ansimare,
chissà a cosa pensavi quando m’hai deciso cantore,
quando una notte di giugno m’hai lasciato questa povera vocazione.

pensami libero,
madre
e figlio del mondo
mentre scrivo una storia d’amore,
e ancora a te m’appiglio,
mentre stringo la stoffa d’una gonna tua,
e ti lascio andare al cielo,
mia luna, mio oltre
mio anelito eterno.
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Scritto notevole e armoniosamente bello in tematiche raramente trattate.Brava

il 22/12/2022 alle 08:14

Poeticamente espressiva, accogliente come una Madre. Bellissima. Ciao Ninarosa

il 22/12/2022 alle 09:27

Grazie mille ad entrambi, sono lusingata.

il 22/12/2022 alle 13:32