Purtroppo per molti il Natale resterà solo un sogno. E anche solo cosi gli andrebbe già alla grande.
Ciao Lucy, fai bene a porre l'accento sull'assurdità della guerra, ricordando che proprio in questo momento, altri esseri umani, invece di correre svogliatamente a fare regali inutili da distribuire a parenti spesso ignorati per il resto dell'anno e tutti presi dall'allestimento di luculliani menù natalizi, sono in preda al terrore, sopraffatti dal dolore della separazione, privati delle condizioni basilari di sopravvivenza. Forse, chi di loro riuscirà a festeggiare il Natale, magari a lume di candela in seminterrati fatiscenti e gelidi, si ricollegherà più facilmente al significato più profondo di questa festa, di quanto potremo farlo noi, storditi dal superfluo, irretiti dalle pubblicità, devastati dalla noia. Sia chiaro, il mio è un discorso generale, sulla inconsapevolezza della condizione umana e non punta affatto l'indice su chiunque viva felicemente il proprio "onesto", sentito Natale. A questo proposito, vorrei suggerirti un video di un cantante di origina KazaKa, Dimash Qudaibergen che ha una voce veramente straordinaria; parla proprio della guerra ed è un lacerante grido di dolore ma anche di speranza. Da noi ancora non è molto conosciuto, ma la sua fama, si sta diffondendo in tutto il mondo molto rapidamente. Il primo link è del video ufficiale, il secondo è relativo all'esecuzione dal vivo durante il suo ultimo concerto in Almaty. Un abbraccio. https://youtu.be/1Psjws97FoA https://youtu.be/IH7hhSw6CfU
Si, non si può e non si deve dimenticare l'atricità della, delle guerre, come tu approfondisci. In quell'iniziale caos che ci fa essere qui e non altrove, altrove dove non esiste pace. Ti ringrazio sinceramente di avermi indirizzata all'ascolto di questo cantante,che non conosco. Lo farò senz'altro Miraer, un abbraccio.