Pregava il pescatore:
" Liberami da questa rete!"

Si divincolava.
A volte stremato, si
fermava.

Poi riprendendo un po'
le forze...
prima muovendo
lentamente una mano,
cercava di spostarla.

Poi un po' più forte,
con rinnovato orgoglio,
cercando di strapparla.

Il pescatore continuava 
intanto a costruirne, a
ripararne delle altre.

Nel ricominciare a
divincolarsi, gli chiese:
" Perché costruisci, ripari
così tante reti?"

" Perché tu non sai di
quante ne ho bisogno... "

" Sei pazzo  o cosa?"
Si rivolse  verso di lui
arrabbiato.

E il pescatore fermandosi
un momento:

" Perché te la prendi con
me?
Devi prendertela con te
stesso! "

" Con me stesso? Chi sei
tu per dirlo? "

Provò ad alzarsi, barcollò,
cadde, non riuscendo a
rialzarsi.

" Ma chi sei tu veramente? "
Chiese al pescatore allora.

E lui gli rispose:
" Io sono quello che più di
tutto ti può uccidere, ti
può far star male...

" Tu? E come, quando? "
Sembrando non
riconoscerlo.

" Quando cerchi in tutti i
modi di distruggerti, di
distruggere, di
dimenticare.

Quando cerchi in tutti i
modi di sembrare forte
e invece dentro... "

Nel riconoscersi, fermandolo:
" Basta! Come fai a
conoscermi così a fondo ? "

" Perché io sono il tuo senso
di colpa...

io sono il Rimorso."

" Come potrò liberarmi da te
allora ?"

" Prendendone piano piano
coscienza. "

Mentre una lacrima
iniziava a solcare il suo volto...

A quella lacrima, giunse
commosso, un altro
pescatore, che provó
con dolcezza, con cura, a
liberarlo.
.
" Chi sei tu che mi stai
aiutando?"

" Io sono il Perdono"

Ma più provava a liberarlo,
più non ci riusciva...

" Cosa succede? Perché
non ci riesci?"
Chiese un po' confuso.

Ma a rispondergli non fu
il Perdono, fu il
Rimorso, continuando
con calma il suo lavoro:

" Perché, pur se vieni
perdonato...
tu non riesci a perdonar
te stesso. "