Socrate, il più rivoluzionario dei filosofi antichi, ardente insidiatore del bello e del buono, un giorno volle fare un discorso a Mergellina ribadendo la sua idea centrale ad alcuni pesciaioli. La vera azione rivoluzionaria di Socrate è consistita nel portare la filosofia a tutti, nel cominciare a parlare al mercato, nelle botteghe, dappertutto.
conosci te stesso cosa vuol dire secondo voi, pescivendoli? Chi siete in sostanza? Questa, dicevano i greci, è la massima più importante e pone il problema più difficile da risolvere: io, uomo, chi sono?
- Tutti i pescivendoli cercavano di rispondere, ma risultavano ridicoli poiché incapaci di esprimere idee, seppure per diletto estetico.
a questo punto, Socrate, impietositosi, tentò di facilitare le domande e pose quesiti sulla scoperta della scrittura, fruibile strumento di comunicazione.
cosa vi comunica la poesia? Quali sono gli eventi, le immagini che ridestano in voi la coscienza, a stimolarla a pensare astrattamente? Insomma la poesia deve essere ostica e dare penosi spettacoli del tutto incomprensibili e improduttivi, avara di suoni non meno di Mida del suo oro?
- I pesciaioli arrossirono.
il filosofo, esausto e seccato, introdusse allora una metodologia nuova, la dialettica nella sua forma più semplice, che consisteva nel chiedere ad un interlocutore di ripetere quanto aveva detto.
- Scena muta.
socrate venne visto da allora come un nemico da molti pescivendoli perché stava distruggendo quello su cui tutti, per secoli, avevano vissuto: il chiasso e la beneamata ignoranza.
il filosofo inoltre era solito ripetere che gli appartenenti a gruppi sociali alti non hanno le movenze del filisteo, il quale di buon grado si spupazza su carretti tirati dal bestiame, come nel medioevo.
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il nemico più temibile che Socrate abbia avuto è Nietzsche il quale scrisse pagine terribili su Socrate, le più graffianti mai lette contro qualsiasi uomo. Eppure Nietzsche stesso afferma: “Socrate, lo confesso, mi è talmente vicino, che devo quasi sempre combattere contro di lui”.
altro concetto poco rimarcato. Socrate è colui che ha formalizzato e definito la rivoluzione della non-violenza. Platone gli fa dire nel Critone: “Compiere ingiustizia è, per chi la compie, turpe e in nessun modo si deve fare ingiustizia. Neppure se si subisce ingiustizia si deve rendere ingiustizia. Ancora Platone gli fa dire che la via d’uscita di fronte alla condanna non è scappare o far guerra, ma questa: “Tu vinci se convinci”.