Ciao Lucy, qualcosa in me, leggendo queste tue brevi frasi, da alcune considerazioni e altre possibili domande viene attraversata. Guardare uno specchio che piange è guardare "se stessi" piangere, essendo ad un tempo portatori e testimoni di un emozione profonda, solitaria ma allo stesso tempo bisognosa di condivisione, se ad uno specchio ci si rivolge. Bisogno di un aiuto che nessun "altro da noi" potrà mai offrirci? Speranza di ritrovarsi ancora fanciulli, con lo stesso volto di allora, gli stessi occhi scintillanti e gli stessi sogni? E la risposta che ti dai (attraverso lo specchio) proprio a questo, logicamente mi porterebbe a pensare, ma i significati e le sfumature di sentire di questa semplice risposta sono così tanti, che un lieve stordimento mi coglie. Quello stesso stordimento che talvolta mi scuote dal torpore di lunghe ore inconsapevoli quando, per un attimo, lavandomi le mani mi trovo a rimirare la mia immagine. Forse l'ultima domanda che traspare dalle tue parole, o da queste viene stimolata è proprio quella essenziale, quella più lacerante: da quale parte dello specchio della Vita ci ritroviamo a guardare? Dalla parte del riflesso o dalla parte del "se"? Lacrime per la fine di una stella.............C'è da sperare che il sole di cui parli, abbia una massa così grande (così intensamente abbia vissuto), che nel collassare su se stesso, sulle ali del suo stesso fulgore come una Supernova, pura luce ridiventi. Breve poesia, pregna di innumerevoli significati. Un abbraccio.
Maier, la tua lettura, analisi e partecipazione, mi attraversano in un senso di condivisione e gratitudine, perchè sai leggermi al di là delle parole, continuandone la riflessione. Una Supernova...non lo so Maier...avrei voluto..ma ti ringrazio di questa tua speranza che rivela la tua generosità di uomo e di Poeta. Un caro abbraccio