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Pubblicata il 21/10/2022
Nuotava, nel mare della ricerca di sé stesso, cercando tra le onde, di raggiungere un pallone, portato via dalla corrente, sfuggito alla presa di un bambino.
E più sembrava lo raggiungesse, più si allontanava.
A volte quasi riuscendo ad afferrarlo ed ecco che invece, come fosse unto, sfuggirgli dalle mani,come sotto la propulsione di una nuova spinta, portarsi ancora più lontano.
Istintivamente, iniziando ad essere stremato, si volta indietro per controllare
la distanza che lo separa dalla spiaggia.
In quell'andare avanti, girarsi e rigirarsi indietro sempre più veloce e poi
continuare ancora, in un procedere estenuante.
Senza capire quando è il momento di fermarsi, sopravvalutando così
le proprie forze, riprende un po' il fiato e lo si insegue ancora,
con l'unico obiettivo di rivedere di nuovo felice il viso di quel bimbo.
Ingurgitando acqua, flutti, che lo portano ancora più lontano dalla riva,
verso cui, volendo poi raggiungere, non riesce  più in realtà a tornare.
E si lascia  andare, incapace ancora di lottare, come avesse raggiunto
due volte il suo stesso peso, diventando zavorra di sé stesso.
Le gambe, braccia irrigidite come fossero ingessate, incapaci di muoversi,
di proseguire a nuotare, lasciandosi andare lentamente dentro la profondità
di quello stesso mare, dove sembra poi planare.
Non riuscendo più a vedere niente, se non il viso piangente di quel bimbo.
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Terribile, ma raccontata e descritta in mo eccellente! Bravissima

il 21/10/2022 alle 15:06

Vero, un contenuto terribile, come purtroppo, a volte, la vita. Anche se l'obiettivo di quell'uomo, il suo sforzo, era secondo me molto bello: far felice quella parte di sé bambino, che credo, non dovrebbe morire mai dentro ognuno di noi. Grazie Sir, un caro saluto.

il 21/10/2022 alle 15:38

Un crescendo drammatico coinvolgente e quasi ipnotico ci porta a nuotare insieme al protagonista in un dramma annunciato e quasi inevitabile. Come giusto dici, alla drammatica ricerca di quell'orizzonte perduto di cui tutti sentiamo la mancanza progressiva ; quella del tempo tiranno , che passa e che non vuol mai arrestarsi, neanche nei momenti che vorremmo eterni. Susciti magistralmente forti emozioni, Lucy. Grazie!

il 21/10/2022 alle 18:53

Mi rincuori, grazie Brunozzo, rendendo la mia piccola poesia visibile nel suo profondo, in un'esperienza che può riguardare chiunque , in quel monito forte che voleva essere, di non sopravvalutare mai le proprie forze, come Tu spieghi, nella ricerca di quell'orizzonte perduto, nella ricerca di sé stessi, di quel bimbo felice che era in noi. Le emozioni sono reciproche, ciao.

il 21/10/2022 alle 20:07