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Pubblicata il 31/08/2022
Mi svegli all’alba
col tuo respiro profondo.
mi osservi con gli occhi sorridenti
che cantano l’azzurro del mare.

i miei pensieri, fissi monoliti,
negletti dalla notte appena trascorsa
si sciolgono e scompaiono al calore
della tua voce.

ti sfioro una guancia, poi il collo e il fianco
e infine la mia mano scivola
sui brividi delle tue gambe.
e’ l’inizio del giorno,
del nostro amore brillante come la luce
che tutto illumina e tutto supera.

il mondo dei sogni ci ha lasciato
il desiderio dei corpi ansimanti,
adagiati sul soffice destino del piacere.

abbiamo paura di amare, di vivere e di morire.
e tutti i giorni amiamo, viviamo e moriamo,
perduti nelle nostre anime di bambini
alla ricerca di un senso vitale,
in preda ai sensi mortali.

i nostri istinti si incrociano
nel buio dove si scoprono i suoni primordiali.
i nostri corpi sono oggetti di materia carnale
che non ci appartiene.

ce ne liberiamo bevendo il vino,
sangue che annulla l’esistenza terrena.
celebriamo il nostro tempo
con i ricordi pulsanti e le ansie future.
naufraghiamo nell’inutile allegria mondana,
madre dei rumori della vita.

oggi è il nostro giorno,
vissuto oltre le apparenze,
oltre le assenze,
nel vento che ci confonde,
nel viaggio verso il sole,
nostro padre spirituale.

cosa resta dopo di noi?
cosa accendiamo con il nostro calore?
cosa ci aspetta oltre il confine?
piantiamo i nostri semi.
un giorno sbocceranno i fiori di un mondo sublime,
ornamenti di una vita onirica,
di un erotismo astratto,
di un cielo di arte antica
dove noi voliamo
per dipingere il nostro amore.
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