Certi amore sono come il cuculo
quando va a deporre le uova in altri nidi,
come l'edera che si arrampica su di un ramo,
ne succhia la linfa, e poi la uccide,
bevanda calda dal retrogusto amaro,
poiché si insiste a chiamare amore ciò che è pelle
e non cuore,
per cui ogni inizio è principio d'una fine;
è l'ultimo desiderio d'un condannato a morte
davanti al suo piatto,
coperta per clandestini alla deriva,
polvere di luna bugiarda,
notti di frammenti di stelle cadenti;
certi amori sono come soldati feriti in guerra
dove non c'è soccorso,
cuccioli di squali in acquari troppo stretti
o fiori carnivori che si mangiano gli insetti,
l'inganno del piacere che tace il dolore,
è il povero che mangia minestra avanzata in mensa
e poi rimane a digiuno,
l'eruzione d'un vulcano controllato dalla protezione
civile,
una massa di sfollati senza tetto,
onda anomala che coglie all'improvviso.
Certi amori sono figli di orchidee.
OLIMPIA