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Pubblicata il 21/05/2022
I vecchi del mio paese sostano su panchine sverniciate

dipanando gomitoli di memorie

che risuonano come carte di caramelle ripiegate nel taschino.

i vecchi del mio paese raccontano storie infinite

all’ultimo raggio del giorno che ascolta con stupore di bimbo.

sanno mutare i loro volti di pergamena in fisarmoniche sognanti

che si accendono ad un cenno di saluto.

amano narrare di tesori nascosti

sotto le “chianche” dell’antica piazza,

levigate da puledri in disuso.

e a sera, recitando giaculatorie sconnesse,

si affidano ad uno scampolo di tempo

ormai liso come il loro bastone.

i vecchi del mio paese
come scolari li conto ad uno ad uno:

che non se ne perda nessuno

inseguendo il residuo di un sogno!

20/10/1987
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Amoreeeee!!!

il 21/05/2022 alle 20:54

Scusa Vir, io chiamo tutti così, bambini e "vecchi" scusa!

il 21/05/2022 alle 23:12

Grazie infinite carissima Anna, le tue poesie danno necessità di affrontare seri problemi, mai lasciano spazio a discussioni inutili, in breve nel mio cuore ti ho promossa abbondantemente, non arrabbiarti felicemente soddisfatto da immensa bontà d'animo, che oggi più che mai serve per ritrovarci un po più sereni Con affetto Tonino Buona Domenica

il 22/05/2022 alle 06:57

Il fatto è caro Tonino che io sono "ministro straordinario dell'Eucaristia" e ho accompagnato molti anziani e ammalati all'ultima stazione della vita. E ogni volta è una sottile sofferenza per me. E questo dura da 19 anni. Ti saluto e ti ringrazio ( e chiedo scusa se mi sono lasciata andare a fare confidenze, forse non è la sede giusta)

il 22/05/2022 alle 09:59

Grazie Nestor, gentilissimo

il 25/05/2022 alle 22:33