strade deserte gridano il dolore
di una vita spezzata da un virus implacabile,
un nemico mortale.
non più parole senza la maschera
che trattiene gocce di saliva talvolta letali.
non più gli abbracci che scaldano il cuore,
non più il Cibo di vita che sazia ogni fame,
che disseta da fonte zampillante in eterno.
il mondo si ferma attonito, stupito
di fronte ad un invisibile tremendo microscopico nemico.
e siamo in guerra , senza armi per combattere
ed il popolo chiuso nelle case, divenute prigioni dorate,
si stringe al cuore di chi lotta, o lascia la terra,
alza a Dio l’accorata preghiera che il morbo sia per sempre sconfitto,
che la vita ritorni più pura , più vera di prima.
ideali che sembravano persi, emergono ora prepotenti e sovrani.
la fede, grande dono di Dio, abbatte barriere, sradica confini spinati,
livella le classi sociali, si abbassa per innalzare creature smarrite,
poveri tutti, bisognosi di un Padre che sa consolare e invitare a lottare.
e la prece si innalza più forte,
la fine si implora di sì sconvolgente flagello.
e un Uomo di bianco vestito,
in plumbea sera rigata di lacrime dal cielo discese,
ha pregato dinanzi al Figlio di Dio , inchiodato ad una croce.
un mondo corale ha risposto a quella preghiera.
e un volo bianco nel cielo ha accolto
l’altissima invocazione.
lo spirito Santo segnava il passo dell’uomo
benedicendo e accogliendo nel Suo immenso Amore.
segnava il tuo passo,o mio caro amico,
e ti accompagnava solitario silenzioso
a varcare la soglia della casa del Padre.