Se io,
pieno di ardore,
come lo spirito
non fossi pieno di codesto
avrei dimenticato
come usare l’inchiostro
se voi,
ipotizzate che io,
autore ardente,
risolva tutto quello che ho creato
soffocando la rabbia,
coi buoni sentimenti
e la retorica banale
che in tanti
come loro, auspicano
ma che da me
non avranno
poiché
non sono io
che ho chiesto all’ardente
di diventare il Sole
era solo una reazione
umana
della quale
ho esagerato gli effetti
buon fine viaggio
e che l’ardore
vi avviluppi

-Ho chiesto tutto indietro
non m'avevate lasciato
null’altro
che questo-
su quel globo,
che parea
ormai pozza,
melmosa e viscida,
d’una palude,
l’ardente piange
con l’acqua
che lo inforca
e lo indebolisce
gli venne chiaro il Nord
capì tutto,
si chiedeva
se era questa forse
la punizione giusta?
era la rabbia a parlare
quel diavolo che è
tra i peggiori di tutti
voleva tutto indietro
ora non vi è nemmeno l’avanti

in mezzo al pianto,
alla sinistra dell’ardente
comparve un bianco sfero
freddo e spoglio,
di qualunque emozione
se non quella severa
di chi giudica
un azione compiuta per
eccesso d’emozione
una forza incontrollabile
catartica
che impaurisce il Sole

ella s’aspettava reazione,
dal cattivo sole,
che fece
un cadavere galattico
l’unica vita
fu sorpresa,
l’ardente stette
immobile,
a contemplar lo tutto
mentre lo animo suo,
navigava il vuoto

la bianca,
lo colpì a ripetizione
con una potenza che eguagliava
l’ardore dello spirito
lo colpì col ghiaccio,
nel quale trasformò
il mondo intero,
prima dello finale
quando s’accorse,
che la forza
s’esauriva,
luna
infilzò
e tutto si spense

l’immensità spaziale,
si dice sia in perpetuo aumentar,
che non finisca mai,
lo Sole morì,
senza niente,
senza fuoco,
senza emozione alcuna
dai freddi,
che a lui sembran
più di lui criminali,
che ignorano,
sbeffeggiano,
sputano
gli ardenti,
che tentano
la parola,
ma invece,
soccombon,
poiché
come l’insegnò,
l’ardore,
autodistrugge

finisse lo spirito,
nelle stelle,
con la Luna al sopra
e pace al sotto
l’unica speranza per me
di veder qualcuno
sincero