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Pubblicata il 09/03/2022
Come ricordo i tuoi occhi così lucenti, riuscivi a farli brillare più di uno specchio
le tue palpebre sbattevi e così li conquistavi.
regina della sala, saltellavi da un tavolo all'altro
e danzavi sorridente, malvagia,
tra una bugia e l'altra
tra note che nemmeno ricordi.
intorno a te schiere di uomini soli.
amiche ammaestrate ti sostenevano nel tuo gioco crudele.
eri una vedova nessuno avrebbe mai dubitato di te.
tu lo sapevi e giocavi su questo.
ti versavano da bere e tu sorridevi.
incrociavano il tuo sguardo e tu ricambiavi
sicura di te, sicura della tua conquista.
i letti erano per te culla delle tue conquiste.
quanti sogni infranti, quanta sofferenza.
incurante di questo, convinta del tuo cammino intrapreso.
della tua bellezza, delle tue pecore che ti
seguivano che ne farai?
degli occhi di tuo figlio a casa che ne farai?
cosa gli racconterai quando capirà?
capirà di non aver perduto solo un padre
e tra mille persone di cui ti circondi
sarai sola, nessuno saprà più amarti.
non ricorderai nemmeno che io ero in quella sala
non per giocare, non per offrirti da bere
ma per amarti!
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L'incanto e la meraviglia dell'amore Bravissimo Tonino Ciao

il 09/03/2022 alle 07:46

Toccante testo che invita alla riflessione...non tutto ciò che brilla è oro e , spesso in mezzo al fango ,puoi trovare oggetti ci valore...

il 09/03/2022 alle 10:03

Anche se intrisa di tristezza un reale scorcio di vita

il 09/03/2022 alle 11:00

...Scusa Anima fragile ma questa "Vedova allegra" è la stessa di "A lei" ?...

il 09/03/2022 alle 14:40

Direi di no Cantorom! Sono state scritte in due momenti separati fra loro. Però le due fasi sono simili, il passaggio dalla gioia al ferimento!

il 09/03/2022 alle 22:50

Sono d'accordo con te Genziana però credimi è stato straziante e quelle "nottate" finivano proprio così!

il 09/03/2022 alle 22:54

Grabriela "dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fior" come diceva il Poeta De Andrè. Grazie

il 09/03/2022 alle 23:01