Ti attenderò dinnanzi le porte Scee, senza le armate
Non ascolterò tuo padre Priamo e le sue suppliche accorate

Egli è tremante e disperato per la tua drammatica sorte
Sta tentando d'impedirti di tornare in città, a corte

Ma, tu, rimani fermamente convinto delle tue decisioni
Anche con la consapevolezza di morire sotto quei bastioni

Adesso sto avvicinandomi alla tua ombra, minacciosamente
Ti vedo fuggire, ma sono sempre dietro di te, sagacemente

Così, tre volte, facciamo il giro di codeste possenti mura
Siamo di fronte e proponi un patto che la mia mente abiura

Vorresti che si restituisca ai propri cari il corpo perdente?
Giammai! Tu pagherai dazio per Patroclo, incondizionatamente!

Ecco che scaglio la lancia verso di te, tanto per scaldarmi
Bravo, l'hai schivata e spezzata! Vuoi davvero provocarmi?

Prontamente, la tua picca intercetto col mio fedele scudo
Ora è di spada che ci sfidiamo, il duello è certamente crudo

Scorgo la tua ignuda spalla come debole punto che mi prefiggo
Proprio con la tronca lancia, con ira impetuosa, la trafiggo!

Addio Ettore! Ti aveva ucciso, già, quel tuo ingenuo errore
Ti trascinerò per gli irti campi, spargendovi il tuo fetore

Ti mescolerò tra la tua stessa sabbiosa e indegna terra!
Affinché i miei morti trovino conforto da questa guerra!