È piovuto tutto il Cielo
sulla Terra
È caduto ovunque
fuorché nelle tue pupille bucate
Pranziamo sotto la pioggia
e non credo che ti piaccia
Ogni goccia nel tuo piatto
è il pianto di Dio
una lacrima divina o forse solo uno sputo.
Mentre osservo
il mio pacchetto di Tempo
annegare nella pozzanghera
sotto il tavolino all'aperto
penso a che spreco sia
la vita breve e caritatevole
dei fazzoletti di carta.
Per analogia,
un agghiacciante pensiero
rifuggo,
vibra tra i denti e i rebbi
il sibilo di parole silenti
così riluttanti a uscire.
Lo so,
non si parla mentre si mangia
però adesso
amore vaffanculo
Impreco
e mi cola dalla bocca
una Rabbia nero pece.
L'ira è un'onda che si svuota
e ritorna
nella risacca,
tutto raccoglie
e sulla spiaggia nuda
sparge
più rottami che tesori.
Domani all’alba
sotto le lenzuola
sulla battigia
raccoglieremo
ciò che resta del cielo:
un Sole nero
da buttare nel cesto dei panni sporchi,
Lune capovolte,
rovesciate,
cadute,
avvolte in sudari di solitudini e alghe.
Nell’ordine sovvertito
cercheremo la certezza di (r)esistere
tra le forme delle nuvole,
ma con occhio perennemente in difetto
persino l’Infinito ci sembrerà rappreso.
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