Stanco, affaticato dalla vita
di stenti e di torture psicologiche
piango le ultime lacrime rimaste in me,
concentrandomi per capire
quale sia il giusto modo per morire...
non ho più ragione di r-esistere
a questa vita, che è in realtà
non vita
ma un calvario senza fine.
qual è stata la mia colpa?
da tempo mi chiedo quale sia,
è forse pregare un dio diverso
seppur simile al loro?
oppure avere la pelle di un altro colore
e tradizioni che confondono le idee
solo a chi non le conosce
o l’essere privo di arto, come se la vita
non fosse già stata avara con me
nella manchevolezza di parte
della mia ragione
come fosse prigione dei miei pensieri
e non privilegio di vita...
faccio fatica a guardare
oltre questo filo spinato,
penso che mai più godrò della libertà
che per giustizia mi spetta,
come se tutto fosse annullato
dietro lo steccato del campo...
confusi fra logore capanne
fiaccati corpi si mescolano alla rinfusa
in un continuo andirivieni
di anime derelitte
che hanno la colpa solo di esistere
all’occhio spregevole del carnefice.
ah nessuno vivrà fino a vedere il cielo
di nuovo piangere i suoi raggi di sole,
noi cuori puri e affranti, attendiamo solo
il giusto modo per morire...
© Saverio Chiti, 27 gennaio 2022
in perenne ricordo della Shoah
la cosa più assurda e criminale
generata dall’animo umano...