S'adagia dolce la quiete
abissa dov’ella non ha più coscienza
e l’anima s’invola su ali di pioggia
al tempo di roseti e albe fragorose
cieli fioriti al tempo d'una tempesta antica.
Lo sguardo partorisce immagini prive di testa
realtà lontane dal cuore degli inviti
nel per sempre senza inizio.
E’ distanza e dilata il vuoto
quell’imperioso muro nero
dov' ombra s’impicca sedata
a l’alto pennone dell’impotenza
ammainato veliero al voto del silenzio.
L’oblio riformula deliri al suo risveglio.