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Pubblicata il 31/10/2021
Tarassaco comune,
nobilmente implume,
per quale viso
sei stato reciso?
Per quale candido innamorato
sei giocosamente planato
sull'amata sua cara,
d'esserlo forse ignara?
E quale volto
l'ha assolto
da un dispetto
così perfetto?
Quale bimbo curioso
ti ha soffiato gioioso,
e sospeso ad un fiato
ti ha seguito incantato?
Se un giorno, se mai,
ce lo racconterai,
non narrarcene i nomi,
ma solo le emozioni
che tu, privilegiato,
hai assaporato
in quell'attimo spensierato,
forse già dimenticato.
Ma se a illudere te,
infiorescenza,
ridestata da beata quiescenza,
fosse stato solo il vento,
siine comunque contento,
perché se ti rigeneri, soffione,
già inspira un giovane
polmone.
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Proprio ieri ne ho fotografato alcuni bellissimi...questa poesia sarebbe il coronamento delle mie foto, se mi dai il tuo permesso me la copio. Grazie Benandato

il 31/10/2021 alle 08:00

Va bene, Anna. Accosta pure la mia poesia alle tue foto.

il 31/10/2021 alle 10:32

Ti ringrazio Ben!

il 31/10/2021 alle 15:39

Bellissima! Bravo Ben. Titolo di pari eleganza. Uscendo dalla poesia: dalle nostre parti il tarassaco viene chiamato dente di cane (o di leone). A primavera, colto giovane, ben lavato e tagliato a pezzetti, si mangia in insalata, a volte con aggiunta di uovo sodo o di pezzetti di acciuga. Ottimo anche bollito...

il 31/10/2021 alle 18:08

Grazie, Eriot. Circa il nome "dente di leone" ti invito a leggere, se non la conosci, la poesia "Soffione" di Paolo Delladio. E delle dritte culinarie ne farò tesoro, anzi, capanna...

il 31/10/2021 alle 19:20