Nebbiosa
coltre,
dall'abisso
la memoria
dilaga
tra le
tenebre,
si pone
intra
lapidei marmi
là... dove
si ripone
l'uomo
rendendo sacro
l'estremo attimo
agli Dei.
in cotesto
umano arbitrio
m'impersono
pensando:
io, uomo nuovo
mi dibatto
nell'oblio
tra dolore
dubbi e pene.
cedo
all'amor
tuo
lieto
qual
nuova luce
di follia
del mio
illuso languore.