Rapide e lente
le stagioni
si rincorrono.
dai vetri filtra
un cielo di pioggia
si alterna al sole.
stanze d’ombra
ferme nel silenzio
attraversate dal bagliore
dei vetri d’ una finestra.
alberi scuri in un vuoto
giardino mormorano.
la nudità della carne
non si scalda nello squallore
malinconico d’una stanza.
alla luna dalle efelide azzurre
chiedo che torni a brillare
prima che la notte precipiti
e gli occhi restino insoddisfatti
da vecchie abitudini
e parole soffocate.

cignonero