Un giorno, si spera non lontano, la scienza farà finalmente luce sull'inspiegabile fenomeno che avviene unicamente nella zona del cosiddetto "tunnel".
Denominazione forse inquietante, quest'ultima, ma profeticamente preferita dai costruttori d'automobili alla certo più rassicurante "struttura centrale adibita all'alloggiamento della leva del freno di stazionamento".
Due profonde fenditure separano detta struttura centrale dalla coppia di sedili anteriori dell'autoveicolo.
Derivate in via naturale dall'obbligata configurazione ergonomica di tale spazio, esse tendono a fagocitare in modo occulto svariati oggettini d'uso comune.
Ancora più misterioso appare il comportamento di tali piccoli oggetti nel momento in cui, percependo l'intrufolarsi di una mano coll'intento di recuperarli, si animano di vita propria e guadagnano repentinamente pertugi via via sempre più impervi nell'insondabile fondo sottostante.
E nemmeno la mano stessa che tenta di riacciuffarli sa far percepire cosa realmente avviene là sotto. Forse lo studio del comportamento di una saponetta, sfuggente di mano nell'acqua schiumosa di una vasca da bagno, potrebbe aiutare la comprensione del suddetto fenomeno.
Perlopiù a nulla valgono i frustranti sforzi per riprendere questi oggettini d'affetto, ma gli automobilisti più legati ad essi non demordono affatto, anzi. Li si scorge in auto d'antan arrestarsi al semaforo, puntare lo sguardo al "tunnel", ributtare l'occhio al rosso, e allora inarcare il busto e affondare decisi la mano , ravanando e scrutando e dannandosi smaniosamente per quel poco tempo che precede l'incombente verde,; e infine riergersi sconsolati all'inevitabile colpo di clacson dell'orologiaio svizzero, cantone tedesco, dall'auto retrostante; e ripartire mugugnando.
Quantunque la portata delle conseguenze di tutti gli accadimenti descritti risulti trascurable, sarebbe comunque auspicabile da parte delle case automobilistiche, non tanto un richiamo delle autovetture coinvolte, ma quantomeno la cortese avvertenza ai clienti che tra gli oggetti risucchiati potrebbero ormai esserci monetine fuori corso e gettoni del telefono orfani di apparecchi di famiglia atti a riaccoglierli, nonché bigliettini promemoria già trasformati in atti compiuti e dimenticati o anche numeri di telefono fisso, appuntati senza prefisso, spiacenti di non essere più attivi.
E però, forse, una vecchia biro, ruzzolata laggiù e presto attorniata da piumini di pioppo, accorsi a tamponare là dove iniziava a sanguinare inchiostro, magari, ecco, varrebbe la pena ritrovarla...
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