PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 02/04/2003
Mi piace il tuo silenzio,
adoro la tua assenza:

con questo
voglio dire
che il piacere,
quello vero,
chiama 'Madre'
l'astinenza.

Non è di Santità
che adesso
si discute;
l'amore è
nelle attese,
e le attese
sono mute.

Vorrei che tu capissi
esattamente cosa intendo;
perchè è questo che ti offro,
ed è questo che pretendo.
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sono perfettamente d'accordo con te.
bacio
marzia

il 02/04/2003 alle 09:44

La tua profondità continua a spaventarmi così come il vigore del tuo verso

il 02/04/2003 alle 12:54

Lo prendo per ciò che ritengo che sia, cioè un complimento. Ma so che in realtà la profondità non ti spaventa, altrimenti non ti 'aggireresti' da queste parti, affamato di profondità. E' che forse non siamo così abituati a trovarla, soprattutto dove più ce l'aspetteremmo.
grazie
filippo

il 02/04/2003 alle 14:54

Quando trovo qualcuno che la pensa come me, istintivamente penso di essere stato frainteso; subito dopo mi convinco del contrario.
Sono indeciso se definirmi 'ottimista' o 'narcisista'. O 'coglione'...
un bacio
filippo

il 02/04/2003 alle 15:06

Hai ben interpretato che si trattava di un complimento. Talvolta però sono preoccupato da questo sentirsi parte di un elite di profondi. Mi pongo il dubbio: è se fossimo troppo impegnati a scavare dentro di noi per accorgerci degli altri?

il 03/04/2003 alle 09:20

non puoi capire quanto sono d'accordo con te! Prima di tutto perchè la mia era una velata polemica a tutte quelle 'elite di profondi', come magnificamente hai detto tu, tra le quali, a mio avviso, va annoverato anche il sito in cui, non è male ricordarlo, scrivo anch'io.
Secondo me, ma è solo un opinione, non esiste 'poeta' (vero o presunto non fa alcuna differenza) che non abbia almeno un po' di 'presunzione di profondità'.
Per quanto mi riguarda, e questa è una certezza, questa presunzione ce l'ho eccome: e come godo quando qualcuno la scorge e la sottolinea, quella profondità!
Adesso ho riletto ciò che avevo appena finito di scrivere, e sono pienamente convinto di avere scritto cose di una certa 'profondità', o quantomeno di aver mostrato una notevole 'sensibilità'. Pure mentre scrivo questa pretesa non mi abbandona un solo istante. Ma il punto è proprio questo, cioè quello che hai detto tu: e se invece di stare qua a scrivere quello che scrivo, in preda all'ansia di far emergere il mare della mia profondità, mi dedicassi un po' di più agli altri? se imparassi a trattare la mia profondità (vera o presunta) come un cassettino magico dal quale attingere senza farmi divorare ("divorato dalla profondità"...se non è presunzione questa!)? forse ora sarei con la persona alla quale penso mentre scrivo una poesia.
Ok, d'accordo: esiste il rischio che dopo poco tu ti accorga che quella persona non è come te l'eri immaginata; mentre una poesia, se è bella, resta bella. Anche le piramidi sono splendide: prova però a dirglielo allo schiavo egiziano che schianta sotto le pietre, che sta costruendo una meraviglia immortale: come minimo ti sputa in faccia.

Morale: la profondità, vanto o consolazione?
e la risposta del poeta forse sarebbe: destino e condanna!
ma se mai io dovessi dire una cosa del genere, e noi due dovessimo un giorno incontrarci, saresti autorizzato a fare come lo schiavo egiziano: sputarmi in faccia.
ciao
filippo

il 04/04/2003 alle 16:57