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Pubblicata il 01/04/2003
Ritrae l'essenza
al sottil giogo
di rosea vita,
lo svanir del mondo,
è'l suo divenir d'incanto.
Trist'al suo cospetto
apprese la sua ombra,
e sciolse lo sguardo
oltre infinito
che più non resta,
volto a indietreggiar
sul ciglio inaridito.
Vuoto andò nel bosco
di sua anima ascesa
dagli infer'al cor,
non vana sua
beltà scavòssi dentro,
per di lacerante strido
fè 'l tormento
a rinsavir appieno,
è più non voll'andar
ricercar suo lume,
in disperante pianto.
Rimosse 'l cor gemente
in tremolanti grida,
chè a sgretolar materia
l'universo intiero
d'incredulo s'arrese.
Anim'immobil giace
sul desert'intorno,
roseo sepolcro
di suo celeste canto.
L'aer d'immobil fede
più non volse
a scuoter suo respiro,
ch'ormai
stridor di vento accolse
suo liberarsi dentro.
E fù sol silenzio.
Echi ancor gementi
spenser ultima luce,
polver si fè il dolore
sparso oltre l'eterno tempo.
Immobil giace,
e più non resta
ch'un ricord'ambiguo
lacerato oltre i confin
d'un'esperienza immane.



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