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Pubblicata il 04/08/2021
Era una notte atipica
i fulmini d'incanto
si conficcavano nelle
viscere,di una Madre
terra terribilmete in
sofferenza.

le sue laceranti grida
giungevano alle nostre
orecchie ,come codici
di aleternanza di
semionde negative.

le saette d'incanto
illuminavano,le vecchie
e lontane Montagne
regalandogli , forse
il sollievo della pioggia.

gli Uccelli notturni si
misero a volteggiare
nel cielo, disegnando
l'orizzonte,di danze
per noi sconosciute.

e quando l'Immortale
ci guardo' sorridendo
capimmo che la Speranza
e' come un silenzioso
dio,non muore mai.

della Serie (Tra sogno e realta')
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Effettivamente leggere questa poesia mi dà la sensazione di volteggiare in un mondo fantastico! Bella, lodi a te.

il 04/08/2021 alle 23:34

Bellissima poesia, Giancarlo! Un inno alla speranza quando non inganna fino in fondo. Un saluto di stima

il 05/08/2021 alle 01:09

Cassipea contento di suscitare queste senzazioni,Un Saluto

il 05/08/2021 alle 08:31

Sir se la speranza e' pura di animo non inganna mai,certo se e' preconfezionata e' tutta un altra storia,Un Saluto

il 05/08/2021 alle 08:32