c'è bisogno di parole come queste per ridare fiato alla speranza, mi sembra di vedere un cerchio, o una spirale, nessuna linea retta che si perde all'infinito
Molto bella questa visione. Può sembrare sia una nascita e una morte, sia un ciclo, come osserva art. Forse i due estremi si toccano in un punto unico che è al contempo origine e fine. Un buco bianco che è dalla parte opposta di quello nero...
L'attesa...la funzione e l'importanza del tempo. La completezza racchiusa nell'attesa. Forse, c'entra anche la pazienza.
Grazie, Ginni. Sento il tuo entusiasmo in quell'unico aggettivo. È così Ciro, non c'è dispersione, c'è un punto di partenza e c'è un arrivo, c'è, come dice, Valerio il bianco opposto al nero (si, è nella loro natura) ma uniti in eterno in qualsiasi punto di quella che, spirale o circonferenza che sia, li farà ricongiungere. Basta saper attendere con pazienza, dice Vincent, concordo: qualcuno prima di me disse che la "pazienza è una delle vie che portano all'essenza" e oggi ne sono più che mai convinta. Siete qui, avete integrato con passione e accortezza le mie parole, grata a tutti per la vostra presenza.
La prima cosa che mi ha colpito è la "ricercata" simmetria di questa poesia anche nella sequenza delle iniziali dei versi. Così la contrapposizione tra luce ed ombra che non possono incontrarsi, ma solo trasformarsi uno nell'altro con un lento processo il cui significato va oltre la materiale assenza o presenza della luce
... c'è, come dice Valerio,... È tadi, le virgole vanno per fatti loro. E hanno ragione.
Azar, sei entrato nel testo come attraverso una porta di cui hai la chiave e soprattuto che sai esattamente dove porta. Grazie anche a te.
In quel tutto una vita ce' l'etereo della stessa solenoide ,dove la sua forma seppur definita alimenta l'energia all'infinito,un po' come nella materia tutto si trasforma nulla si distrugge,ma' un po' piu' complicato,Buonagiornata
Così, in modo naturale come si succedono e si integrano luci e tenebre, sfumando lentamente, dovrebbero assumere un unico aspetto visivo donna e uomo, pur mantenendo le proprie caratteristiche che danno vita al divenire. Si, lo penso da tutta una vita, Virgilio. Notavo la brama del conoscere affiancata alle mandrie assetate e forse nulla rende meglio l'idea di quanto sia "bisogno naturale" la conoscenza e di mano in mano raffinamento spirituale l'approfondirla in ogni momento della vita. Grazie Virgilio: la poesia pretende, come un infante al seno, ma è capace raddoppiare ciò che riceve anche solo a guardarla assopita.
Tecnico e poetico il tuo parere Gpaolocci. Ci si arriva con il tempo e le vicissitudini ma è così, forse un po' più complesso, come asserisci, ma al contempo nitidamente semplice. Come l'attesa di ciò che si annuncia come parte integrante di se e quando arriva è fusione allo stato più puro. Grazie per il passaggio.
Che appartiene all'uomo, sì, inteso anche e soprattutto come coppia. La vera forza dell'essere due non sta nella resistenza ma in quel mutamento che non implica rinuncia o sterile resistenza ma evoluzione verso l'unità. Luci e tenebre non saranno mai, in nessun momento, più belle singolarmente di quanto lo sono nell'attimo in cui le une transitano nelle altre creando quella continuità che giustifica appieno ogni pur lunga ed estenuante attesa. Forse, azzardo, quanto di più vicino al concetto di "amore assoluto" che esula da ogni tenebra o luce perchè di entrambi è cardine e sostegno. La vedo così Daniela, così la racconto. Grazie anche a te per essere qui.
No, è l'amore Gabry. Ma tutto sommato, dimmi tu, cosa veramente separa le più estreme verità di questa vita? Sono davvero agli antipodi? Estremo piacere ed estremo dolore sono confine invalicabile o ponte di tramite per dare un senso alla vita stessa? Protagonista e antagonista o abbraccio infinito fra Amore e Morte? Vedi? Poni una domanda a una donna ed eccotene una valanga in risposta... siamo incorreggibili.
Guardò oltre ogni entità fisica e Lo attese... Guardò oltre ogni eterea essenza e La attese... OK... nella prima parte c'è un LO... e quindi è l'amore... nella seconda c'è un LA... e da ciò sono stato "ingannato"! NO, nn 6 prolissa... anzi, è piacevole leggere persone che scrivono a dovere! Per il resto, se ci pensi bene la signora Morte non è poco amorosa; a volte è un sollievo, spesso è pietà... e poi, cmq... rimane solo un passaggio per un mondo e un modo di vivere diverso da quello terreno. La morte è dolorosa per chi resta... nell'attesa di rivederci tt. Un abbraccio!!!
Faccio mie le tue parole quando scrivi che la morte non è poco amorosa. In più di qualche occasione posso dirti di averla vista sorreggere con braccia amorevoli colei o colui laddove l'essere umano non era in grado, magari per troppo amore, neppure di elargire un'ultima carezza. Un calice a contenere due realtà... immense, da qualsiasi punto di vista le si consideri. Comunque, premesso il fatto che mi hai dato una risposta interessante, vedi di invitare tutte le vocali la prossima volta, le consonati si sentono un po' menomate senza la loro presenza. Promesso?
è irto il percorso Arlette, nell'addentrarsi nelle dicotomie ancestrali, perchè, anche solo lo sguardo che vi si posa, ne altera essenza e valenza. E' nella trascendenza che chiami teosoficamente amore assoluto in una risposta chiarificatrice, secondo me il filo che ci può trarre dalla nostra osservazione peculiare. Versi che indicano assai più di quello che dicono, ed è questa per me, la poesia!
Forse di inalterato e ancestrale c'è solo lo sguardo dei bimbi molto piccoli, quel loro osservare privo di artifizi. Noi proviamo a cercare l'essenza attraverso la poesia, talvolta, e se ne hai trovata anche solo un po' in questi versi, il mio tentativo non è vano. Grazie Sergio