Sembra, scrivo, sembra apparentemente ...cioè è quello che ti si forma nella mente dopo la lettura dei primi versi...senti il brutto suono di una nota che ti stringe l’ anima...nota che accompagna il silenzioso volo del gabbiano...ma la leggera carezza della brezza marina cancella quei giorni riportati alla mente...l’ arco dei giorni ritornerà a tendersi ma è certamente lontano il momento in cui scoccherà una nuova freccia anzi, forse, scoccherà mai più...è quel tanto che basta che sembra poco ma è il mastice della vita…; la parola alla Poetessa...
il tempo, la natura, l'accettazione del destino, tre strofe che sembrano un percorso di vita...bella
I pensieri ritornano...un vuoto che appartiene al passato , difficile da colmare.Solo la leggera brezza che viene dal mare lenisce il ricordo doloroso.Nonostante tutto la speranza è sempre presente.Saluti.
C'è una malinconia: le nostre scelte non sono mai nostre al cento per cento (chissà in quale percentuale).
Ognuno di voi ha colto le sensazioni che volevo trasmettere, anche se difficili da spiegare. C'è sempre quel qualcosa che è mancato e qualcosa che cerco. Che sento vicino,come scrisse Vincent, ma inafferrabile, forse perché ogni cosa ha i suoi tempi. La sensazione data dall'incompletezza è invece sempre viva e non conosce fine, è come un'impronta che nemmeno il mare riesce a portare via.
Cullarti... come grembo materno, quello che non ha placente di connessione ma solo il benessere senza confini che il mare può regalare a saperlo intendere.
Esatto, Arlette. Alla fin fine, nascendo, siamo state chiamate a far parte di qualcosa di ben più immenso di un grembo, serve solo entrarci in sintonia ed ascoltarne i battiti.
"...un gabbiano disegna destini nel cielo." Frasi lapidaria e immensa. Hai descritto una sensazione con pochi versi, come solo i poeti veri sanno fare. Complimenti Gen. Un abbraccio. Passa una serena serata.