questa lunga stagione muore lentamente,
soffoca nella palude
delle nostre anime alla deriva.
il Dio dei nostri padri
vaga nel deserto del suo esilio
curvo sotto il giogo
di ghirlande e rosari morenti.

nei parchi dell’odio,
il demone delle ideologie
seduce nuovi demagoghi
e danza nel ventre dell’inganno.

il drappo dorato della menzogna
fluttua nell’aria inquinata
dai sommi sacerdoti del complotto.

il braciere di una periferia
emana un sentimento di disfatta
dopo la linfa
che nutre un gregge di mortali.

tu, non più giovane,
perso in una preghiera,
credi ancora che il mondo sia
amore e fratellanza
ma qualcuno infetta il sangue dell'Ideale
e lo nasconde
nei tunnel di un congegno malato.

le virtù impure
illuminano la maschera di questo tempo
e un bagliore perverso divora
la folla accecata
dall'impeto cieco della fabulazione.

l'Angoscia,
ridestata da uno sguardo tagliente,
si diffonde come una macchia d'inchiostro nel quartiere
abbandonato dalla sua antica freschezza.

la città ridiventa un grido disperato
nella polvere che riempie le strade
di miraggi e di illusioni
mentre versi d’autore
fuggono da un organo di chiesa
che inventa melodie infelici.