Dall’anonimo delta ho udito levarsi
la voce della rivoluzione:
era un canto di creature ribaltate,
sirene di diamante taglienti
Come sibili di laser.
ed ecco eludere il bulino dell’artista
germinato controluce
tra pareti di cristallo.
“Non uccidete i salmoni!”
urlò nella mischia il pescatore incallito.
un fervore di applausi ruppe il sogno
e non rimase che il vuoto
nelle acque, a te care, di correnti proibite.
di lì a poco, un fulgore mutevole
s’incollò alla barbarie corporale, confuso,
stampato sopra un crepaccio.
una mitica dea dalle ali recise
brandì la forbice spietata
celando il suo volto e i supplizi
sotto lo sguardo immobile di lanterne verdi.
un’aria impura imprecò insofferente
contro un’ansia irrefrenabile di esistere
e un chiasso di monili fece tacere
la trivella del cuore.