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Pubblicata il 19/10/2001
Come il freddo bacio
Di uno stiletto al cuore
Il ricordo di quell’istante
Mi trafigge.
L’annuncio dell’inverno
Era nel soffio del vento,
il buio della sera rendeva
noi stessi ombre,
mentre immobili si aspettava
il treno del ritorno,
nella stazione spoglia e triste.

Con la mente ero già a casa,
rivedevo il sorriso di Lei
nel saluto che mi accoglie
alla fine del giorno,
risentivo la voce argentina
del bimbo che diceva: “papà!”

Ma il treno non venne…
Mortali Fiori Atomici
Aprirono il cielo,
bruciando la terra,
donandomi l’eternità,
mentre il mio corpo amato
diventava in quell’istante
un’ombra radioattiva…
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Sono tornato indietro per vedere la tua prima.
....
E sei tu? :-)
certo, lo stile fornisce la possibilità di rintracciarti, ma è la ricerca del tema che mi porta indietro a una fase più narrativa.
La vedo bella,
e certamente diversa da quelle che ho conosciuto.
Nella narrazione vedo quest'intrecciarsi di malinconia e condanna...di individuale e collettivo...
in un momento più alto che porta il presente indietro, nella memoria di chi si fa voce dello squarcio nel cielo...e della perdita dell'umano,
non solo fisica, ma anche nei suoi recessi più intimi.
Anche le immagini sono molto vivide...
Bella.

il 09/09/2002 alle 21:14

Caro Blue, ti ringrazio di questa inattesa "visita" in retrospettiva... é una poesia molto vecchia, forse di 10-15 anni fa, basata su una "visione" avuta mentre appunto aspettavo il treno per tornare a casa, pensando che l'ignoto può colpirti ad ogni istante, e il tuo futuro sparire in un secondo...
Comunque la mia prima è "PAOLA", che è un acrostico...
A presto e grazie!
Axel

il 10/09/2002 alle 11:25