Se è per questo, occam, il messaggio evangelico recita anche: "Beati i poveri perchè di essi è il regno dei cieli". La nostra povertà dove l'abbiamo messa ? Non credi che rinunciare alla nostra ricchezza sia anch'esso un atto di coerenza ? Immagina un mondo dove non ci sono ne ricchi ne poveri: pensi che sarebbe un mondo dominato dalla guerra come lo è il nostro ? Sei disposto a rinunciare alla maggior parte di quello che hai affinchè una famiglia del terzo mondo possa avere le tue identiche possibilità di raggiungimento della felicità ? Ci accaniamo tutti contro l' effetto (GUERRA), ma tutti noi ci godiamo beatamente la causa (IL NOSTRO BENESSERE)
Ciao.
Andrea
Gia, hai proprio ragione: è proprio questo il punto e proprio su questo punto io mi sento alquanto pessimista: credo che quando questa guerra sarà finita ammaineremo tutti la bandiera iridata dalle finestre delle nostre villette a schiera e accenderemo i motori delle nostre potenti automobili, paghi di aver fatto del nostro meglio per gli ideali di pace ed eguaglianza. Purtroppo devo ammettere che queste lacrime di coccodrillo le trovo disgustose.
Preferisco affermare:
"non ho ne il coraggio ne la forza per rinunciare al benessere, allora ne accetto le drammatiche conseguenze fra le quali c'è anche la morte di gente innocente"
Non credere che sia facile giungere ad una simile conclusione o almeno per me non lo è stato per niente...
Ciao.
Andrea.
ciao,
mi permetto di inserire il mio commento al vostro interessante duetto, tuo e di ego.
vedo che ho a che fare con due idealisti alla massima potenza........credevo di essere rimasta da sola come una povera imbecille!
quel che avete così bene sviscerato (scusa il termine un po' terra-terra) mi ha catturata. anch'io la penso grosso modo alla stessa vostra maniera, ma quel che hai detto in merito al credere in senso religioso mi ha colpita.
anch'io non sono credente né praticante, ma ho in me un profondo senso di appartenenza al mondo e all'universo tutto: come dire che giro insieme al tutto. io lo percepisco in ogni momento e forse il male che imperversa oggigiorno dipende proprio dal fatto che l'umanità ha perso quest'appartenenza.
se vuoi ne possiamo parlare più approfonditamente.
marzia
Mi sa che stiamo dicendo la stessa cosa, Occam. Probabilmente non sono stato sufficientemente chiaro nell'esprimere il mio punto di vista.
Proprio perchè è totalmente ipocrita protestare per le guerre che alimentano il mio benessere e proprio perche io non sono sufficientemente santo e idealista per rinunciare alla ricchezza (L'uomo per natura non lo è), allora io affermo che accetto questa guerra e le guerre in generale, come una inevitabile conseguenza dello stile di vita che non so abbandonare. Le tue argomentazioni sulla natura dell'uomo, quindi mi trovano perfettamente concorde con te.
Andrea.
Il nostro mondo occidentale, il nostro benessere, il nostro elevato standard di vita, le cose che possediamo, le risorse che non ci appartengono, ma che sfruttiamo sono tutti elementi costruiti grazie a mezzo millennio di sfruttamento coloniale, ottenuto non certo con la nostra congenita superiorità razziale, ma grazie a cruente guerre di conquista. Il colonialismo, come storicamente viene definito, è terminato neanche un secolo fa per trasformarsi in sfruttamento economico. Gli inglesi, hanno rinunciato all'Impero, ma hanno affiliato i paesi che ne facevano parte in una sfera di influenza economica che chiamano Commonwelth. Si è compreso che il predominio economico è più proficuo di quello strettamente militare, salvo far di nuovo ricorso all'uso delle armi nei casi di necessità. Se i paesi del terzo mondo ci chiamano ancora 'imperialisti' non hanno tutti i torti. Le guerre si combattono per motivi non umanitari, ma geopolitici e la creazione di zone di influenza sicure e praticabili sono il fondamento del predominio economico. Nessuno, vuole e può moralizzare il mondo, ma la morale non può essere parziale: o si parla di eguaglianza effettiva o non si può parlare di pace. La mia conclusione è molto semplice: visto che l'eguaglianza effettiva è impraticabile anche la pace effettiva lo è. Del resto far morire un bambino sotto le bombe, non credo sia meno immorale che farlo morire di fame in un paese che sto strangolando economicamente. Quindi se elimino le guerre, ma conservo il mio benessere che va a discapito della sopravvivenza di altri, non ho risolto un bel niente.
Ciao.
Andrea
ciao lamberto,
scusa se rispondo solo ora, ma il sito non mi ha permesso di entrare fino ad ora. forse è un problema di server, anzi senz'altro è così.
allora, la cosa mi interessa molto xché anch'io mi trovo allineata a te in merito al concetto di dio e della religione in genere. mi farebbe molto piacere scambiare con te qualche parere su questo e su altri argomenti. penso che la cosa ci arricchirà entrambi.
io ho 49 anni....e non mi nascondo come fanno tante gentili donzelle.....se ci sono ci sono, no?
a rileggerti con molto piacere
bacio
marzia