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Pubblicata il 29/04/2021
Thè, incenso! Cera colante dall’urna sul muro.
il fanciullo respira con avidità le ebbrezze,
mira la bella camicia raggiante, sicuro,
sfiora le pieghe del bianco tessuto con cento carezze!

si muove veloce per archi di marmo,
ratto nell’ombra simile a un dardo,
concede agli affetti in una notte il disarmo
lo annebbian gli effluvi, disarcionato, mio bardo!

convinto ancora fanciullo d’innocenza!
non vedi i tuoi gesti corrotti nel vizio?
dov’è la virtù della fede? Le fai violenza
e credi, spensierato, di soddisfare uno sfizio.

bel giovane pazzo, tu perdi purezza,
trasudi allegria verso i tuoi odi peggiori
ma il nemico è lontano, non vedi l’altezza,
profonda vertigine, che ti attende lì fuori.

si stende l’uomo stanco, melassa di noia,
gli sembra ancor il profumo della veste
aver nelle nari, la Coscienza è il suo boia.
si rialza pesante, cerca la vista, come la peste

È macchia nera su candida neve.
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