Il tuo inconscio ha cieca fiducia
che di stoltezza si parla e si argomenta,
non è esente dalla curiosità blasfema
del tergiversare in punta di pensieri.
soffre la tua anima dei vuoti acuti
sulla lineare spigolosità delle parole,
insegui nel cielo vuote affermazioni
poco disposte quaggiù a solfeggiare.
gocciola lo scritto di insinuazioni
all’apparire di un santo laudatore,
poi spreca ingenuo entusiasmo
a sgualcire lo scibile dell’uomo.
sei uno sciatto eroe della solitudine.
il tuo inconscio disegna la satira
che della stupidità è umorismo,
lungo un arco sottile di conscia idiozia.